RECENSIONE: Il futon
Titolo: Il futon
Autore: Tayama Katai
Editore: Marsilio
Pagine: 131
Formato: Brossura
TRAMA:
Primo lavoro
rappresentativo della corrente naturalista in Giappone, il romanzo Futon
(1907) di Tayama Katai destò scalpore per la crudezza e il realismo con
cui veniva presentata la vita interiore del protagonista, alter ego
dichiarato dello stesso autore. Una confessione senza veli del suo
rapporto d'amore con la giovane studentessa che a lui, letterato e
maestro, era stata affidata e che assurge a emblema di un amore diverso,
moderno, opposto alle convenzioni sociali tradizionali. I lettori
contemporanei interpretarono le vicende del protagonista Takenaka Tokio
come una fedele rappresentazione della sua vita intima. Nel misurare la
distanza tra autore e opera letteraria, fu esaltato il coraggio di una
confessione aperta e l'audacia di cui lo scrittore era stato capace per
realizzare una descrizione autentica di sé.
RECENSIONE:
Trovo la letteratura giapponese molto delicata, questo romanzo non ha smentito affatto la mia opinione.
Takenaka Tokio è uno scrittore, profondamente insoddisfatto della sua vita coniugale che non gli riserva più alcuna emozione, trascorre il suo tempo a fantasticare. Finchè un giorno, tra le tante lettere di ammirazione da parte degli studenti non ne trova una di una ragazza.
Yoshiko vuole fare la scrittrice e chiede a Tokio di farle da mentore. L'uomo accetta e da quel momento una passione sempre più profonda lo porterà a combattere contro se stesso. Tutto precipiterà nel momento in cui Yoshiko gli confesserà il suo amore per uno studente, chiedendogli di aiutarli a realizzare il loro sogno.
Tokio si troverà così a soffrire in silenzio per i suoi sentimenti mai dichiarati.
Il futon è un romanzo particolare dalle leggere venature autobiografiche; l'amore tra un uomo adulto e sposato e una giovane studentessa era motivo di scandalo e quando fu pubblicato non mancò di creare polemiche.
Visto con gli occhi di adesso, fa quasi pena quest'uomo costretto a crearsi un universo di fantasia in cui rifugiarsi per scappare da una vita che non lo soddisfa più. Il romanzo è leggero come carta di riso, quasi sussurrato. Eppure nasconde in sè un cuore caldo e nostalgico come un vecchio futon dimenticato.
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